Storia e struttura del Fondo
Arco cronologico e tipologia documentaria
Nell’Archivio della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Sassari sono conservati documenti che a partire dal 1863 arrivano sino ai giorni nostri.
Per quanto riguarda le tipologie di documenti conservati in archivio, la parte più consistente è costituita dal carteggio, organizzato in fascicoli inseriti all’interno di buste, le quali, nella maggioranza dei casi, recavano sul dorso riferimenti abbastanza precisi sulla classifica di appartenenza e sull’oggetto dell’affare trattato.
Nel riordinamento si è riscontrato la quasi totale mancanza di contenitori originali risalenti ai primi anni. Infatti, con un’operazione, piuttosto discutibile, intorno agli anni Settanta si effettuò un completo ricondizionamento dei contenitori esterni sostituendoli con nuovi e, soprattutto, procedendo ad una “riclassificazione” degli affari più datati in base al nuovo titolario del 1963.
Oltre ai volumi delle deliberazioni ed i registri (di protocollo, bilanci preventivi e consuntivi, mastri, ecc.) l’archivio camerale possiede anche altre tipologie documentarie di estremo interesse, come le cinque casse contenenti centinaia di clichés fotografici, utilizzati per le illustrazioni della rivista camerale Bollettino degli interessi sardi risalenti agli anni Cinquanta e Sessanta, di cui si conservano, rilegate in due album, anche le relative stampe.
Interessanti anche le serie di diplomi e di attestati di partecipazione della Camera a mostre ed esposizioni risalenti al periodo fra le due Guerre.
Le sedi
Le notizie relative all’archivio camerale sono purtroppo scarne ed incomplete. Sebbene sia possibile risalire attraverso l’analisi delle carte alle varie sedi occupate dall’Ente nel corso del tempo, è anche vero che queste quasi mai si occupano nello specifico dell’archivio, dell’ organizzazione dei documenti e del tipo di conservazione adottato.
È indubbio però che le accresciute competenze camerali assunte nel corso degli anni, oltre a richiedere nuove sedi più ampie e razionali, abbiano richiesto locali più idonei anche per il materiale archivistico.
Nonostante queste premesse non esaltanti, si sono trovati dei riferimenti ai locali archivio, soprattutto in occasione di progetti che si riferiscono alla costruzione e/o ristrutturazione delle sedi camerali.
A partire dagli anni ’30 del secolo scorso, si assiste ad una proliferazione di proposte di trasferimento in nuovi locali o addirittura a proposte di costruzione ex novo della sede camerale. In tali progetti si prescrivono nuovi locali anche per l’archivio: ad esempio per la nuova sede camerale da costruirsi nel terreno di proprietà comunale sito tra le vie Roma, Alghero e Deffenu si progetta un edificio di tre piani con ingresso in via Roma, dotato, fra le altre cose, di adeguata sala mostre e conferenze. In tale edificio l’Archivio è un ambiente vasto al secondo piano, risultante ben isolato, con un solo accesso e porta di sicurezza . È invece del 1939 un altro progetto, firmato Petrucci, per una sede da costruirsi in piazza Littorio angolo via dei Corsi, in cui l’Archivio deposito e corrispondenza risulta essere attiguo alla biblioteca. Anche questo progetto non avrà seguito, in parte anche per le ristrettezze imposte dal periodo bellico. Finita la guerra, la Camera si ritroverà così senza una sede idonea e con un numero di uffici raddoppiato.
Della nuova sede se ne riparlerà soltanto negli anni Cinquanta: la Camera, in compartecipazione per 1/3 con l’Istituto Sardo Immobiliare, ventilerà la possibilità di costruire un fabbricato nell’area fra le vie Luzzatti, largo Cavallotti e piazza Castello. Nel “nuovo grattacielo” la Camera si riserva due piani con ingresso di rappresentanza e ascensore privato. I locali da destinare all’archivio, oltre agli uffici protocollo situati al 1° piano, sono probabilmente negli scantinati dell’edificio. Anche questo progetto non avrà seguito e il nuovo grattacielo sarà comunque costruito senza l’intervento della Camera.
La situazione logistica degli uffici camerali e, di conseguenza, dell’Archivio, continuerà ad essere uno dei problemi principali per tutto il decennio successivo, fino a che, con l’acquisto dell’area in via Roma, occupata al tempo dagli uffici della FIAT prima e dal Consorzio Agrario poi, la Camera può finalmente progettare nuove sedi per i suoi uffici. Si ricordi che la sede principale della Camera è in questo periodo ancora nel palazzo di viale Umberto I, ma che per motivi di spazio gli archivi assieme ai magazzini dell’Economato sono stati decentrati in via Quarto.
Perfezionato l’acquisto, si pensa in un primo momento di demolire il fabbricato per costruirne uno nuovo, ma la spesa è ritenuta eccessiva e si opta invece per una ristrutturazione completa.
Attualmente l’Archivio camerale è dislocato nei due sottopiani di via Roma 74 e condivide lo spazio con materiale di cancelleria appartenente all’Ufficio Economato. Ingente materiale inoltre, inerente principalmente il Registro Imprese, è dislocato nelle aree adiacenti agli uffici. Il problema di spazi idonei e sufficienti si pone con maggiore attenzione ancora oggi per la cresciuta mole di documenti che l’Ente produce.
Organizzazione dell’Archivio
Le prime notizie relative all’Archivio ed alla sua organizzazione si possono desumere dai regolamenti approvati dall’Ente.
A questo proposito nel regolamento del 1836 si stabilisce che “il segretaro (…) ha cura delle carte, ne forma inventaro e le conserva nell’archivio”.
Anche il regolamento successivo del 1863 affida alla figura del segretario il compito della gestione delle carte e dei documenti.
Nel regolamento del 1897 si elenca, fra i vari uffici camerali, quello dell’Archivio e Biblioteca. Bisogna arrivare al 1914 per avere una descrizione più dettagliata dell’ufficio e dei suoi applicati: si affida al vicesegretario ragioniere la responsabilità dell’Archivio e Biblioteca, mentre il custode-copista, oltre ad attendere ai servizi delle adunanze, cura il ritiro e spedizione della corrispondenza e dei lavori di copiatura. In seguito questa figura assume un ruolo di maggior peso all’interno dell’archivio: con una modifica dell’articolo 51, viene denominato archivista-anagrafista, ed il suo ruolo prevede, oltre la tenuta dei vari registri anagrafici, anche quello di occuparsi dell’Archivio e della Biblioteca. Il detto articolo modificato specifica inoltre che l’archivista nella tenuta dell’Archivio deve curare specialmente la registrazione della corrispondenza al protocollo e custodire le pratiche ordinandole secondo la classificazione che ne sarà fatta dal segretario.
È da notare come il discorso dell’ordinamento e quindi della classificazione sia affidato sempre alla figura del segretario. Non è possibile affermare quanta parte di discrezionalità sia affidata al suo ruolo, o quanto fosse aleatoria la prassi archivistica utilizzata dagli addetti, nonostante la presenza di titolari diffusi a livello nazionale per tutte le Camere.
A questo proposito è illuminante la risposta che il vicepresidente del Consiglio provinciale delle Corporazioni di Bologna, Aurelio Manaresi, invia sul finire degli anni Trenta del secolo scorso al suo omologo sassarese, in risposta alle richieste di informazioni sulla archiviazione della corrispondenza e dei documenti.
Nella lettera si afferma che non esiste alcun regolamento speciale per tale archiviazione. “La corrispondenza e i documenti registrati al protocollo sono classificati per materia. Questa è suddivisa per Divisioni, Sezioni, Lettere e Fascicoli (e, ove occorra, in sottofascicoli). La ripartizione per materie avviene in genere, senza distinzione di annate, ma il reparto è così suddiviso e minuto che l’Indice o Chiave dell’Archivio costituisce un grossissimo volume manoscritto del quale, naturalmente, esiste una sola copia (…)”. Come si può comprendere bene, non è possibile dare in breve una descrizione dell’indice di classificazione e neppure una copia dell’indice stesso .
Non si comprende perché il Consiglio di Sassari abbia bisogno di ricevere tali notizie dalle sedi consorelle (manda infatti la stessa missiva anche a Firenze e Vicenza, come si evince dall’esame del protocollo di quell’anno), a meno che a quella data non avesse ancora ricevuto dal Ministero indicazioni sul nuovo titolario, che però sarebbe dovuto entrare in vigore già dal 1937.
Attualmente la gestione dell’Archivio camerale (nelle sue divisioni in storico, deposito e corrente) è affidata a un dirigente e ad alcuni dipendenti che provvedono ad effettuare tutte le operazioni dell’archivio corrente a produrre gli scarti e seguire gli utenti che effettuano ricerca storica oltre ad altre incombenze inerenti l’ufficio.
I titolari – la classificazione
In archivio esistono molte copie dei titolari utilizzati nel corso degli anni, ad esclusione di quelli relativi agli anni 1863-1920. Tuttavia, per questo periodo, è possibile risalire almeno all’elenco delle diverse categorie adottate esaminando i repertori dei fascicoli che ci sono pervenuti a partire dall’anno 1878. Dall’esame di questi repertori, risulta che il quadro di classificazione utilizzato a Sassari era composto da nove categorie che si ripetono quasi invariate almeno sino al 1920. Una rapida analisi delle classifiche attribuite ai vari documenti protocollati ed archiviati mostra come nel 1921 si sia passati ad un tipo diverso di titolario che prevede, questa volta, ben quattordici categorie, a loro volta suddivise in classi e sottoclassi, identificate rispettivamente dalle lettere dell’alfabeto e da numeri.
Il passaggio da un tipo di quadro classificatorio semplice ad uno più complesso riflette, con ogni evidenza, i cambiamenti istituzionali e di competenze che l’Ente ha affrontato nel corso degli anni, soprattutto nel periodo fascista. Nel caso di Sassari si nota però una circostanza quantomeno singolare, cioè ad un cambiamento di denominazione dell’Ente (e quindi con modifica di competenze) non corrisponde un immediato cambiamento del titolario. Ad esempio nel periodo 1910-1926 (periodo in cui l’ente assume il nome di Camera di Commercio ed Industria) il titolario utilizzato almeno fino al 1920 è quello del periodo precedente.
L’esame comparativo dei titolari (nella fattispecie le copie che ancora si conservano presso l’Archivio camerale) permette, meglio di ogni altro discorso, di identificare quanto siano cambiate le competenze dell’Ente nel corso degli anni e rende evidenti come tali modifiche istituzionali si siano riflesse nella produzione dei documenti.
Diamo di seguito l’elenco dei quadri classificatori, recanti le categorie principali con le date in cui questi erano in uso:
Titolari 1878-1920
Cat. I Casa Reale, Ministeri e Prefetture
Cat.II Ordinamento delle Camere
Cat. III Patrimonio e Tasse
Cat. IV Amministrazione
Cat. V Commercio
Cat. VI Industria
Cat.VII Statistica
Cat. VIII Eventuali.
Titolario 1922
Cat.I Ordinamento
Cat.II Legislazione, rapporti con lo Stato, Enti pubblici
Cat.III Patrimonio e Amministrazione
Cat.IV Finanze pubbliche
Cat.V Credito, Moneta, Misure
Cat.VI Comunicazioni, Trasporti, Opere relative
Cat.VII Commercio
Cat.VIII Industrie
Cat.IX Agricoltura
Cat.X Lavoro, Professioni, Legislazione sociale
Cat.XI Istruzione, educazione
Cat.XII Relazioni, Pubblicazioni, statistiche
Cat.XIII Istituzioni, rappresentanze
Cat.XIV Varie
Titolario 1928
Cat.I Ordinamento
Cat.II Affari generali
Cat.III Amministrazione
Cat.IV Anagrafe e informazioni
Cat.V Finanze pubbliche e locali
Cat.VI Moneta e Credito
Cat.VII Sezione agricola e forestale
Cat.VIII Sezione industriale
Cat.IX Sezione commerciale
Cat.X Sezione marittima
Cat.XI Sezione comunicazioni
Cat.XII Sezione lavoro e previdenza sociale
Cat.XIII Istruzione, Educazione
Cat.XIV Ufficio di Statistica
Titolario 1936
Cat.I Consiglio e Ufficio
Cat.II Affari generali
Cat.III Amministrazione
Cat.IV Registro delle Ditte – Ruoli
Cat.V Finanze pubbliche e locali
Cat.VI Credito – Mercato monetario e finanziario
Cat.VII Agricoltura – Silvicoltura – Pesca – Caccia
Cat.VIII Industria
Cat.IX Commercio e Turismo
Cat.X Comunicazioni e Trasporti
Cat.XI Lavoro e previdenza sociale
Cat.XII Istruzione, Educazione
Cat.XIII Statistica, Rilevazioni
Cat.XIV Varie
Titolario 1943
Cat.I Legislazione e Studi
Cat.II Consiglio Prov.le delle Corporazioni
Cat.III Ufficio Prov.le delle Corporazioni
Cat.IV Personale
Cat.V Servizio di vigilanza
Cat.VI Finanza consiliare
Cat.VII Economato
Cat.VIII Agricoltura e Foreste
Cat.IX Zootecnica e Pesca
Cat.X Industria – Piccole Industrie – Artigianato
Cat.XI Miniere – cave – Sorgenti minerali e termali
Cat.XII Commercio interno
Cat.XIII Commercio estero
Cat.XIV Credito e assicurazioni
Cat.XVI Lavoro
Cat.XVII Previdenza e Assistenza sociale
Cat.XVIII Trasporti e Comunicazioni terrestri
Cat.XIX Trasporti e Comunicazioni aeree, marittime, fluviali e lacustri
Cat.XX Turismo
Cat.XXI Insegnamento tecnico e professionale
Cat.XXII Prezzi
Cat.XXIII Statistica
Cat.XXIV Anagrafe
Cat.XXV Privative industriali, modelli e disegni di fabbrica,marchi di fabbrica e commerciali
Cat.XXVI Usi e Consuetudini
Cat.XXVII Albi e Ruoli consiliari
Cat.XXVIII Convegni,Congressi e Conferenze
Cat.XXIX Esposizioni e Fiere campionarie
Cat.XXX Fiere e mercati locali
Cat.XXXI Aziende speciali
Cat.XXXII Finanza e Tributi
Titolario 1963
Cat.I Norme e Disposizioni
Cat.II Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura
Cat.III Ufficio Prov.le Industria e Commercio
Cat.IV Archivio e Biblioteca
Cat.V Personale
Cat.VI Servizio di vigilanza
Cat.VII Finanza camerale
Cat.VIII Economato – Gettoni Commissioni
Cat.IX Sviluppo economico
Cat.X Organismi economici regionali, nazionali e internazionali
Cat.XI Agricoltura, zootecnia, caccia e pesca
Cat.XII Artigianato
Cat.XIII Industria
Cat.XIV Commercio interno – Agenzie d’affari
Cat.XV Commercio estero
Cat.XVI Finanza, Credito e Assicurazioni
Cat.XVII Trasporti e Comunicazioni
Cat.XVIII Turismo
Cat.XIX Lavoro, Previdenza e Assistenza sociale
Cat.XX Istruzione tecnica e professionale
Cat.XXI Statistica
Cat.XXII Prezzi
Cat.XXIII Anagrafe
Cat.XXIV Brevetti di invenzioni, Modelli e Marchi
Cat.XXV Usi e Consuetudini
Cat.XXVI Albi e Ruoli camerali
Cat.XXVII Convegni
Cat.XXVIII Mostre e Fiere
Cat.XXIX Requisizioni
Cat.XXX Aziende speciali